lunedì 20 giugno 2011

Scattare in JPG

Uscita 2 – Scattare in JPG

Parte 1 – Il white balance

Come abbiamo visto la prima uscita per avere un wb neutro (in una foto dove non sono presenti  forti dominanti, come potrebbe essere l’arancione di un tramonto) occorre avere gli istogrammi RGB allineati.
Detto ciò sappiamo che con formati compressi come il JPG occorre modificare il meno possibile in postproduzione per evitare una significativa riduzione della qualità del file, perciò abbiamo cominciato con l’impostare il giusto wb on camera, non lasciando sempre che questo venga rilevato in automatico.
Come funziona il wb? Il bilanciamento del bianco misura in gradi kelvin la temperatura di un colore neutro (bianco o grigio) in una scala che va generalmente da 3000 a 1000 °K, questa varia in base alla luce presente sulla scena occorre perciò impostare la giusta temperatura per rendere i colori reali.
Vediamo alcuni esempi (ottenuti processando la medesima foto scattata in raw)



Il soggetto (e tutta la foto) era in ombra, perciò con una forte dominante blu da compensare quindi alzando il giallo poiché il bilanciamento del bianco si gioca sul canale giallo-blu.
Vediamo che in effetti utilizzando il wb tungsteno (il più vicino al blu) otteniamo una foto completamente blu. Questo blu va attenuandosi nello scatto con fluorescente e ancora di più in quello flash/luce diurna (che abbiamo scoperto avere la stessa temperatura di colore) fino ad arrivare a risultati accettabili nello scatto con wb impostato su nuvolo, e all’allineamento perfetto in quello ombreggiatura.
Se ci trovassimo quindi di fronte una scena di una foto notturna al centro di Roma con le sue classiche luci gialle dovremo andare a compensare aumentando il blu nel wb, e come facciamo? Possiamo utilizzare 3 strade:
1.       Impostare il preset “tungsteno”
2.       Utilizzare la temperatura manuale (per chi ne ha la possibilità) su 3000 K circa
3.       Utilizzare il bilanciamento del bianco personalizzato (dovremo però avere un foglio bianco illuminato dalla stessa luce che illumina la scena da riprendere)

Parte 2 – Flash di schiarita (o fill-in)

In situazioni di alto contrasto in cui il soggetto della foto (vicino all’osservatore) è molto più scuro dello sfondo (lontano dall’osservatore) si può utilizzare la tecnica del flash fill-in che prevede di esporre la foto in modo da ottenere lo sfondo ben esposto, e alzare il flash pop-up (o utilizzare un flash esterno) per schiarire il soggetto vicino.
Abbiamo scoperto che il flash pop-up integrato nelle reflex può raggiungere massimo 3 metri di distanza mentre uno esterno arriva fino a 11 metri circa (varia anche in base al modello). Agendo sulla compensazione dell’esposizione modificheremo quindi solamente l’esposizione dello sfondo, mentre modificando la compensazione del flash agiremo sull’esposizione del soggetto. Il flash viene generalmente impostato con modalità TTL il che vuol dire che la potenza dello stesso verrà regolata in base alla luce che verrà letta dalla macchina attraverso l’obiettivo, perciò agendo sulla compensazione dell’esposizione andremo a modificare anche la potenza del lampo del flash.
In qualsiasi caso non è possibile però utilizzare tempi più brevi di 1/200 di secondo, questo per via del funzionamento del flash che altrimenti non illuminerebbe correttamente la totalità dell’immagine.

Parte 3 – Saturazione, contrasto, D-lighting on camera

Abbiamo inoltre scoperto che dal menu che si apre tramite:  menù -> menù di ripresa -> controlli gestione immagine (se non ricordo male) è possibile modificare manualmente dei parametri che sono settati di default su valori neutri, questo è molto importante per formati con perdita di qualità come ad esempio il JPG, vediamo nel dettaglio di cosa si tratta:
·         Saturazione
Nella teoria dei colori la saturazione è l’intensità di uno specifico colore (fonte wikipedia).
Vediamo quindi cosa cambia aumentando la saturazione o abbassandola, questo l’effetto dell’aumento e della diminuzione di saturazione, in una foto che si presta molto bene grazie al blu del lago (e in parte del cielo) e del giallo della scritta a capire il funzionamento della saturazione.

















         ·   Contrasto:
Come possiamo vedere dalle foto la diminuzione del contrasto produce un accorciamento orizzontale dell’istogramma (come se lo comprimessimo), un aumento al contrario produce una dilatazione dell’istogramma (come se si premesse sul punto centrale verso il basso), questo influisce quindi sulla gamma tonale presente nello scatto.


















·         D-ligthing:
Il d-lighting è un particolare strumento messo a disposizione da nikon che applica all’istogramma una curva a forma di “S” che apre le ombre e chiude le alte luci in questo modo è possibile ottenere foto in cui ci sono alti contrasti in gioco completamente leggibili (o almeno più di quanto lo fossero senza utilizzo del d-lighting), è da ricordare che il d-lighting per chi utilizza il formato raw è da utilizzare solamente nel caso in cui lo scatto venga delinearizzato con un delinearizzatore nikon e non nei casi in cui invece venga aperto con software di terze parti (vedi photoshop ecc) questo perché i software nikon leggono la curva applicata all’istogramma, quelli non appartenenti a nikon no e generano problemi a livello di esposizione.
Notare che quando attivo il d-lighting non si può agire manualmente su altri parametri (contrasto e nitidezza se non erro)







Per chi volesse è possibile scaricare il pdf con le foto in alta risoluzione QUI